Icona dei diritti LGBT, ha lottato per il riconoscimento dei matrimoni gay in USA
Edith Windsor è stata l’eroina e la paladina che più si è battuta in favore dei diritti LGBTQ. La sua perseveranza, il suo coraggio e la sua tenacia hanno fatto si che si scrivesse una pagina importante nella storia degli Stati Uniti e dei matrimoni gay.
Attraverso la sua battaglia, Edith Windsor ha infatti contribuito a far riconoscere nel 2015 il matrimonio gay in tutti gli Stati Uniti.
La sua battaglia in favore dei matrimoni gay inizia nel 2007 quando Windsor aveva già 78 anni. Proprio in questo anno Windsor aveva sposato a Toronto la sua storica compagna Thea Spyer, conosciuta nel 1963. In Canada, infatti, i matrimoni gay erano già stata legalizzati a differenza di New York, dove la coppia viveva.
Alla morte della compagna, avvenuta poco dopo il matrimonio, Edith Windsor si è trovata a dover pagare delle tasse di successione esorbitanti in quanto, secondo le norme Usa, non era sposata con un uomo. Dopo avere pagato, ha iniziato una battaglia legale contro il fisco americano, facendo arrivare nel 2013 la sua storia davanti la Corte Suprema che si è pronunciata in suo favore.
Da questa sentenza è scaturita poi la decisione della stessa Corte Suprema che nel 2015 ha esteso a tutta la nazione il diritto alle nozze gay.
Addio a Edith Windsor
Edith Windsor è morta il 12 settembre a Manhattan all’età di 88 anni. Lo ha annunciato Judith Kasen-Windsor, la compagna che Edith aveva sposato solo l’anno scorso in seconde nozze. I primi messaggi di dolore sono arrivati dal governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo e dall’ex presidente Barack Obama che ha dichiarato: «Il giorno in cui la Corte Suprema ha emesso la sentenza del 2013 per Edie e per tutta l’America è stata una grande giornata ricca di vittorie e di libertà».