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“Stranizza d’amuri”, il film di Beppe Fiorello che narra il duplice omicidio di Giarre, da cui nacque il primo circolo Arcigay

È uscito nelle sale cinematografiche “Stranizza d’Amuri”, il primo film in cui Giuseppe Fiorello incarna il ruolo di regista e porta sul grande schermo la storia di Toni e Giorgio, due adolescenti di Giarre, in provincia di Catania, uccisi nel 1980 in circostanze oscure per la sola colpa di amarsi. Il duplice omicidio portò alla creazione del primo circolo Arcigay italiano.

Per l’adattamento cinematografico, l’estate narrata diventa quella del 1982, stagione segnata dalla vittoria della nazionale italiana ai Mondiali di calcio con la formazione composta, tra gli altri, dai grandi Bearzot, Cabrini e Paolo Rossi. 

I due protagonisti di Stranizza d’Amuri prendono i nomi di Gianni e Nino. La loro relazione nasce come un’amicizia che si trasforma in amore e tenta di superare il pregiudizio del Paese oltre che quello delle rispettive famiglie.

“Stranizza d’amuri” la trama del film

Il film è ambientato in Sicilia nel 1982, nell’estate storica in cui l’Italia ha sopreso tutti nel campionato mondiale. Il giovane Nino (Gabriele Pizzurro), figlio di Carmela (Fabrizia Sacchi) e Alfredo (Antonio De Matteo), aiuta il papà a posizionare i fuochi d’artificio in giro per le fiere di paese. Durante uno dei tragitti, ha un incidente in motorino con Gianni (Samuele Segreto, nonché ballerino del programma mediaset Amici) e da quel momento i due sono legati da una sincera amicizia.

Gianni è omosessuale, per questo motivo viene bullizzato ed emarginato dai suoi compaesani e anche dalla sua famiglia, in particolare dalla madre Lina (Simona Malato). Tuttavia, Nino non è al corrente della situazione del nuovo amico e ben presto il loro rapporto di amicizia si traforma in un amore libero che cerca di superare ogni etichetta e pregiudizio. Purtroppo però, quando le famiglie scopropo la loro relazione, non la prendono affatto bene.

Al suo esordio cinematografico, Fiorello è riuscito a raccontare una storia di odio e amore con grande delicatezza, portando sul grande schermo un avvenimento che ha ispirato generazioni e dato vita ad associazioni che lottano per i diritti civili.

La colonna sonora riprende un brano di Franco Battiato

Il titolo “Stranizza d’amuri” è tratto da un branzo di Franco Battiato. La canzone racconta la storia di un amore impossibile nato in tempo di guerra e diffonde il messaggio per cui anche nei contesti più difficili e ostili, l’amore, può resistere.

Ma le note del cantautore siciliano ritornano anche in una scena del film accompagnata da “Cuccurucucù”, brano del 1981 che ha lasciato un segno proprio nell’estate successiva, quella del 1982.