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Bologna dà un tributo a Lucy, trans sopravvissuta a Dachau

A 98 anni, è la donna trans più anziana di Italia, Lucy Salani. Ed è sopravvissuta alla deportazione nel campo di concentramento di Dachau. Così ieri La vicesindaca di Bologna Emily Clancy e la presidente della Commissione Pari Opportunità  Porpora Marcasciano le hanno consegnato un’onorificenza del Comune: la Turrita di Bronzo. Lucy è nata a Fossano in provincia di Cuneo nel 1924, durante l’infanzia ha vissuto a Bologna con la famiglia, e qui è poi tornata a vivere negli anni ’80. Era finita nel campo di concentramento perché da giovanissimo aveva disertato, non accettando la leva.

Eppure, anche da Dachau, Lucy riesce a scappare, aggrappandosi con forza alla vita. Salani, come lei stessa afferma, ha vissuto tante vite: bambino, bambina, figlia, soldato e disertore, prigioniero e fuggiasco, lavoratrice, ballerina e prostituta, madre adottiva, amica e amante. In serata, in Piazza Maggiore, sono stati poi proiettati dei docufilm sulla sua vita: “C’è un soffio di vita soltanto”, diretto dai registi Matteo Botrugno e Daniele Coluccini e a seguire “Let’s Kiss – Franco Grillini storia di una rivoluzione gentile” di  Filippo Vendemmiati. 

Salani è considerata dal Movimento Identità Trans l’unica persona transessuale italiana ad essere sopravvissuta alle persecuzioni fasciste e naziste.  Nel 2009 la sua storia è diventata pubblica grazie a Gabriella Romano e alla biografia da lei scritta “Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale”, pubblicata da Donzelli Editore. Nel 2011 sempre Gabriella Romano ha realizzato il documentario Essere Lucy. Nel 2014 il regista Gianni Amelio ha intervistato Lucy nel documentario Felice chi è diverso.  Ora il meritato omaggio della ‘sua’ città, Bologna.