Quella che si è consumata qualche sera fa è stata la serata degli Oscar probabilmente più movimentata e strana di sempre. A partire da una busta sbagliata consegnata nelle mani di Warren Beatty, che ha nominato come miglior film La La Land quando in realtà il premio era stato vinto da Moonlight.
I produttori di La La Land avevano anche iniziato il classico discorso di ringraziamento, ma pochi istanti dopo è giunta la smentita: «In realtà ha vinto Moonlight – ha detto l’annunciatore – e non sto scherzando. Ha proprio vinto Moonlight». Ma come mai era stato fatto il nome di La La Land? Warren Beatty ha spiegato: «Nella busta c’era scritto Emma Stone per La La Land». Jimmy Kimmel, presentatore dello show, l’ha poi messa sul ridere: «E’ colpa mia, sapevo che avrei rovinato tutto prima della fine. Buonanotte, prometto di non tornare più».
Con il trionfo di Moonlight, il palco degli Oscar ha accolto e premiato una storia di povertà, di discriminazione e di amori “proibiti”. Una storia di un amore gay, per la precisione, come quello vissuto dal protagonista Chiron, silenzioso ragazzo di colore che si ritrova a dover vivere una vita difficile: la madre Paula è una prostituta che fa uso di droga e a scuola il clima è sofferto per via dei compagni che lo prendono in giro. Ma tutto cambia quando il ragazzo entra in contatto con Juan, uno dei tanti pusher della zona.
«Non conosco direttamente cosa significhi essere un gay nero in America – ha ammesso il regista -, ma ho voluto raccontare le diverse esperienze amorose di Chiron, avvicinandomi ai temi della sessualità. Una delle cose belle di questo film è che ti permette di entrare nei personaggi, ti fa vedere le cose con i loro occhi».
Gli altri premi
In ogni caso La La Land è riuscito a portarsi a casa sei statuette, tra cui anche quella per la migliore regia (con la soddisfazione di Chazelle) e quella di migliore attrice per Emma Stone. Oscar anche per miglior fotografia, miglior sceneggiatura, miglior colonna sonora e miglior canzone originale.
Un altro momento saliente è stato quando dal palcoscenico si è fatta ironia nei confronti di Donald Trump (che ha disertato volutamente lo show). Nel siparietto è stata coinvolta Meryl Streep, storica oppositrice del neopresidente Usa, da lui stesso definita «un’attrice sopravvalutata». Ma il pubblico presente non ha avuto dubbi su da che parte stare: per Meryl c’è stato un clamoroso standing ovation.
Terzo (e ultimo) momento di tensione, quello che c’è stato in seguito alla vittoria de Il Cliente come miglior film straniero. Il regista iraniano Asghar Farhadi ha disertato la cerimonia a Hollywood in segno di rispetto verso gli iraniani e i cittadini degli altri sei Paesi colpiti dal Muslim Band tanto voluto da Trump. Sul palco è quindi stata letta una lettera scritta dallo stesso regista, una lettera dai toni politici che il pubblico presente ha accolto con un fragoroso applauso.
Matteo D’Apolito