Diritti Lgbt, ecco chi di recente si è espresso contro
Nonostante tanti passi siano stati fatti sulla strada dei diritti Lgbt+, una forte resistenza persiste sia all’interno della Chiesa che della politica. Tra gli ultimi episodi che mostrano le posizioni di alcuni rappresentanti delle istituzioni ecclesiastiche c’è l’iniziativa messa in atto da don Giorgio Zampini che in occasione delle elezioni ha diffuso un volantino invitando i suoi fedeli a votare “partiti che non siano fra quelli che promuovono il ddl Zan, un decreto liberticida”. L’arciprete di Sona (Verona) ha scritto ben otto pagine per spiegare le sue ragioni: far vincere chi ha idee vicine alle sue.
La politica pubblica lgbt
Mentre per passare alla politica, che dire dell’esternazione del responsabile Cultura di FdI, Federico Mollicone? Costui durante un’intervista a Rtv, l’emittente televisiva di San Marino, a proposito delle coppie gay ha spiegato che la sua richiesta, in qualità di componente della commissione di Vigilanza Rai, di eliminare un episodio di ‘Peppa Pig’ in cui si raccontava di una famiglia arcobaleno con due mamme, era data dal fatto che “le coppie omosessuali in Italia non sono legali, non sono ammesse“. Giorgia Meloni e Matteo Salvini non hanno mai nascosto di essere contrari ad adozioni gay e matrimoni ugualitari.
I giornalisti
Persino l’Ordine dei Giornalisti ha da poco fatto uno scivolone invitando a fare un corso di formazione per gli iscritti, Massimo Gandolfini, leader del Family day, che nel 2015 arrivò a dire “Suicidi gay? Spingiamoli all’eterosessualità” attraverso una “correzione del disagio identitario”. Il corso che avrebbe dovuto tenere era intitolato “Approccio alla persona con disforia di genere e medicina transgender”, organizzato con la Fondazione Brunelli Onlus e si sarebbe dovuto tenere a Brescia il 23 settembre per offrire “una informazione qualificata ai giornalisti relativamente alla disforia di genere”. Dopo la denuncia di Simone Alliva, sull’Espresso, è scoppiato il putiferio e il corso con il primario di neurochirurgia alla fondazione Poliambulanza di Brescia, da anni in prima fila nell’ostentare omotransfobia, è stato annullato.