Un coltello in mano, minacce come ‘ti taglio la gola’. La consigliera comunale transgender di Bologna, Porpora Marcasciano, colonna portante della comunità Lgbt+ è stata vittima di una brutta aggressione questa estate, ma raccontata da lei solo di recente sui social. Era il 24 agosto intorno alle 2 del pomeriggio. Lei era in vacanza in una spiaggia sull’Adriatico che frequenta da ormai dieci anni, quando un gruppo di ragazzi si è avvicinato a lei. Erano in cinque. L’anno circondata, hanno iniziato a discutere e poi ad insultarla passando presto alle minacce.
Aggressione Omofoba, la denuncia social
L’aggressione omofoba è durata in tutto venti minuti interminabili. “Non so dire ancora oggi a distanza di sei giorni cosa mi ha permesso di essere qui a raccontarlo”, scrive su Facebook. Attorno a Marcasciano non c’era nessuno a cui chiedere aiuto. Il capo branco ha cominciato in modo soft, quasi gentile ad avviare una conversazione che diventava man mano sempre più brutta, minacciosa, violenta. “Il gergo era quello omofobo con tutti gli epiteti di cui vi risparmio. – racconta la vittima – Poi il brutto ceffo si è avvicinato, quasi a toccarmi e con un coltello continuava a ripetere che appena lo avessi sfiorato mi avrebbe tagliato la gola. Cercava l’appiglio ed io ero certa, certissima che lo avrebbe trovato da lì a poco”. Poi il gruppo si è dileguato. Un ennesimo episodio di violenza omotransfobica che ha provocato le reazioni indignate della politica. Immediata è arrivata la solidarietà del sindaco di Bologna Matteo Lepore che ha parlato di episodio orrendo e ha terminato il suo messaggio con un: “Siamo tutti vicini a Porpora”.