Matrimonio tra persone dello stesso sesso: ecco i principali paesi del mondo dove è possibile celebrarlo e rivendicare il diritto civile
Matrimoni omosessuali: un diritto civile
Le unioni coniugali tra soggetti dello stesso sesso o matrimonio gay o matrimonio omosessuale è una forma di vincolo coniugale, riconosciuto come tale in vari Paesi del mondo. Si tratta di un legame formale che unisce persone appartenenti allo stesso sesso, le quali acquisiscono diritti e doveri nei confronti dell’una e dell’altra.
L’apertura del rito civile alle coppie dello stesso sesso è una delle principali rivendicazioni nell’ambito dei diritti civili: si tratta di una conquista che nasce dall’esigenza di eliminare tutti i vincoli e “cavilli” normativi che comportano disparità di trattamento fra unioni etero ed omosessuali.
Matrimoni omosessuali nel mondo
Ad oggi due persone aventi lo stesso sesso che vogliano dichiararsi ed unirsi in vincolo di matrimonio, possono accedere all’istituto coniugale in 22 stati, a livello planetario. Si tratta di una conquista e di un’apertura delle autorità e delle istituzioni che deve ancora fare passi in avanti. I ritardi sono dovuti all’eccessiva omofobia che domina ancora all’interno delle società, anche dei paesi industrializzati.
Spagna, Francia, Regno Unito, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Danimarca (compresa la Groenlandia), Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, Irlanda, Stati Uniti, Canada, Messico, Colombia, Argentina, Brasile, Uruguay, Sudafrica e Nuova Zelanda sono gli unici Stati, a livello planetario, a riconoscere il matrimonio anche per le coppie dello stesso sesso.
A Malta ed in Israele, pur non essendo consentito alle persone aventi lo stesso sesso di celebrare il matrimonio, è possibile trascrivere il matrimonio omosessuale, celebrato in uno dei 22 Stati dove è consentito.
In Italia, Germania, Svizzera, Grecia ed Austria si può accedere a unioni civili tra omosessuali.
Italia: le unioni civili tra persone dello stesso sesso
L’Italia vieta il matrimonio tra persone omosessuali ma, con l’approvazione della legge Cirinnà sulle “unioni civili” in data 20 maggio 2016, è stato consentito alle persone gay di avvalersi di questo tipo di diritto, parimenti a chi voglia contrarre un’unione civile eterosessuale.
Dopo tante lotte e ritardi, il 20 maggio 2016 è stata siglata dal Presidente della Repubblica la legge Cirinnà per l’istituzione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, qualificate come “formazione sociale specifica“. Rispetto al dettato normativo formulato nella sua versione originale, la versione attuale della Legge Cirinnà risulta essere “privata” di punti che sono stati stralciati successivamente come il dovere di fedeltà tra i componenti dell’unione civile e la possibilità di adottare il figlio naturale del partner (la stepchild adoption).