Le origini dell’espressione “coming out” sono da ricercare nella frase inglese “coming out of the closet”, letteralmente “uscire dall’armadio”. Questa frase viene utilizzata per definire l’azione di chi decide, in maniera volontaria, di dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere.
Nel dettaglio, stiamo parlando di un’azione che non è assolutamente obbligatoria: nessuna persona deve dar conto alla propria famiglia, ai propri amici, alle persone che frequenta o alla società della propria identità di genere e del proprio orientamento sessuale.
Tuttavia, si tratta di un atto che può essere utile ad abbattere i numerosi stereotipi. Infatti, nella nostra società si dà ancora per scontato che le persone intorno a noi siano tutte eterosessuali e cisgender, ovvero che siano attratte da persone del sesso opposto e che la loro identità di genere coincida con il proprio sesso biologico, ma non è così.
In generale quindi, possiamo affermare che il coming out sia, più che una dichiarazione a sé stante, un processo di autoconsapevolezza che porta la persona a riconoscere e ad accettare la propria identità.
L’importanza dei Vip che fanno coming out
Era il 1997 quando l’attrice Ellen DeGeneres ha fatto coming out sulla televisione nazionale. Questo gesto ha inaugurato una nuova era che ha in qualche modo sancito il potere delle celebrità omosessuali nel portare maggiore visibilità mediatica ai diritti delle persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+.
Infatti, in questo contesto, anche le voci transessuali e intersessuali sono riuscite a farsi sentire, trovando uno spazio, all’inizio del 21esimo secolo, per l’attivismo transgender, che ha messo in discussione l’identificazione binaria di genere con l’utlilizzo di una nuova terminologia.
Ecco perché è importante che i VIP, o le persone che godono di una certa visibilità, facciano coming out.
Differenza tra outing e coming out
Si fa sempre molta confusione tra “coming out” e “outing”, ma le due espressioni hanno una differenza fondamentale.
Prima di tutto, non si tratta di una differenza unicamente linguistica, dal momento che queste due azioni hanno caratteristiche e conseguenze diverse anche sul piano pratico.
Infatti, come accennato nel paragrafo introduttivo, il coming out è un atto volontario di svelamento che si verifica al termine di un percorso di auto-consapevolezza in relazione alla propria identità di genere e/o al proprio orientamento sessuale.
Mentre l’outing non rappresenta un’azione compiuta dalla persona interessata, ma è invece un atto da lei subito. In parole semplici: fare outing significa rivelare ad altre persone l’identità di genere o l’orientamento di una persona senza che questa lo sappia o ne abbia dato il consenso.
