Sanremo 2023 vedrà una novità nella lineup delle canzoni: ben due brani parleranno dell’amore omosessuale tra donne.
Ariete e Shari, due giovani artiste, porteranno sul palco dell’Ariston l’amore lesbico, raccontato con schiettezza e autenticità.
Ariete canta una serenata alla sua amata, che sembra essere svanita e non tornare, mentre Shari si dispera per la propria incapacità di stabilire una relazione amorosa. Entrambe le artiste esprimono il desiderio nel verbo “vorrei”, descrivendo nel contempo i propri tormenti d’amore.
Non è la prima volta che a Sanremo si sentono canzoni gay-friendly (Gli amori diversi, Sulla porta, Il mio amico, ecc.), ma è la prima volta che si parla esplicitamente dell’amore lesbico sul palco dell’Ariston.
Un Mare di Guai a Sanremo 2023
La canzone “Mare di Guai” di Ariete, che porta la firma di Calcutta tra gli autori, è un brano molto intenso in cui si parla dell’amore tra due donne. Il testo, malinconico e riflessivo, è incentrato su una storia d’amore finita, ma tuttavia invita ad andare avanti e a trovare la forza per superare i momenti difficili.
Ariete manda un messaggio di speranza e di libertà, sottolineando che tutti devono essere liberi di essere se stessi senza essere schiacciati dagli altri.
La cantante è diventata un punto di riferimento per la Generazione Z e un’icona nella comunità LGBTQ+.
“Mare di Guai” rappresenta un passo avanti verso una maggiore rappresentanza e inclusione nell’industria musicale.
Egoista di Shari: la difficoltà di amare
Il brano “Egoista” di Shari è un pezzo urban che affronta tematiche omosessuali in modo innovativo. Promossa da “Sanremo Giovani”, Shari presenta un testo che esplora la complessità delle relazioni amorose tra donne, mostrando i lati oscuri e conflittuali dell’amore.
La generazione di Shari rappresenta il disincanto contemporaneo, dove odio e amore si sovrappongono e creano una visione complessa e sfaccettata delle relazioni amorose.
Uno sguardo al passato
Una delle prime canzoni gay friendly a essere presentate a Sanremo fu il brano “Oh Carmela” di Donatella Rettore.
Questa canzone attirò l’attenzione per la sua trama accattivante e per gli accenni omosessuali presenti in essa, come nel passaggio in cui si parla di “soldati con i fucili in mano” che si “incontravano di notte per non farsi vedere, cantavano e facevano l’amore”. L’esibizione di questa canzone a Sanremo – correva l’anno 1977 – fu memorabile, con la cantante che lanciava caramelle al pubblico mentre cantava “Carmela regalava caramelle, ma erano caramelle avvelenate”.
In generale, questo disco ha rappresentato una vera e propria affermazione della Rettore come artista coraggiosa e innovativa.
Sanremo 2023: le canzoni di Ariete e Shari
Le canzoni di Ariete e Shari, che saranno portate sul palco di Sanremo 2023, costituiscono un importante passo avanti nella rappresentazione della comunità LGBTQ+ nel Festival di Sanremo e, in generale, nella cultura italiana. Nonostante ci sia ancora molto da fare per raggiungere l’uguaglianza e l’accettazione totale, le canzoni gay friendly di queste due artiste rappresentano un importante passo avanti verso una società più aperta e inclusiva.