Londra e tutto il Regno Unito sono in fermento per l’incoronazione di Carlo III. La cerimonia si terrà nella cattedrale di Westminster, come da tradizione, e sarà accompagnata da celebrazioni in tutto il Paese.
Tra gli eventi annunciati, spicca un concerto organizzato dalla BBC che avrà luogo presso l’abbazia di Westminster e che vedrà la partecipazione del Coronation Choir. Il coro includerà anche gruppi di canto LGBTQIA+: una scelta decisamente inedita per la famiglia reale inglese, che finora ha ignorato le questioni legate alle persone omosessuali e transgender.
Insomma Carlo sembra partire col piede giusto: pur non rompendo con la tradizione, strizza l’occhio al delicato tema dei nuovi diritti.
Incoronazione di Carlo: quando avverrà
Re Carlo III è pronto per essere incoronato come nuovo sovrano d’Inghilterra, dopo la dipartita della madre Elisabetta II, che è stata regina del Regno Unito e dei suoi territori d’oltremare per più tempo di qualsiasi altro monarca britannico.L’attesissima cerimonia di incoronazione si terrà sabato 6 maggio 2023 nella cattedrale di Westminster. L’evento sarà accompagnato da celebrazioni in tutto il Paese.
Coronation Choir
Uno speciale concerto sarà organizzato e trasmesso in diretta dal castello di Windsor: un’orchestra di livello mondiale eseguirà celebri brani musicali. Il coro che si esibirà in occasione dell’incoronazione, è composto da cantanti non professionisti provenienti da tutto il Regno Unito, tra cui gruppi di canto LGBTQ+, cori di rifugiati, cori NHS e cori per sordi.
Il Palazzo sta producendo anche un documentario su questo coro sui generis, che racconterà le storie delle persone che rappresentano la diversità del paese. Il coro per l’incoronazione si esibirà in una performance speciale affiancato da un coro virtuale composto da cantanti di tutto il Commonwealth.
Questa mossa da parte di Buckingham Palace sembra essere una tacita apertura della famiglia reale a temi sociali che finora ha pubblicamente ignorato. Anche se il Regno Unito ha visto grandi trasformazioni in termini di diritti LGBTQIA+ negli ultimi decenni, molti Paesi del Commonwealth ancora criminalizzano l’omosessualità.
L’apertura di Re Carlo è mera strategia?
Il re spera davvero di riunire il popolo in nome della Corona, superando le divisioni basate su religione, razza e orientamento sessuale?
In realtà ci sono non pochi dubbi sull’effettiva apertura del re Carlo III nei confronti della comunità LGBTQIA+; il futuro Re, infatti, potrebbe essere semplicemente alla ricerca di consenso.
Graham Smith, CEO della campagna Republic, ha osservato che la monarchia rimane comunque intrisa di atteggiamenti e politiche conservatrici e che i reali d’Inghilterra in realtà non avrebbero realmente a cuore i diritti della comunità LGBTQIA+.
Solo il tempo potrà rivelare l’effettiva posizione del re Carlo III su questi temi sociali così importanti.