Contestata e respinta fermamente dalla Corte Europea dei Diritti Umani la legge russa che vieta la promozione dell’omosessualità, anche nota come ‘legge sulla propaganda gay’.
Una legge che ‘viola la libertà di espressione ed è discriminatoria’
La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo con la sentenza del 20 giugno 2017 ha definitivamente condannato la legislazione russa che vieta la propaganda omosessuale, decisione che risulterà definitiva tra tre mesi se non ci saranno ricorsi in appello.
A portare il caso a Strasburgo è stato un ricorso di 3 attivisti gay condannati in Russia per aver protestato tra il 2009 e il 2012 contro varie leggi promulgate da Putin, ultima quella che vede come reato “la promozione tra minorenni di relazioni sessuali non tradizionali”.Oggi è stato accettato questo ricorso e riconosciuta la legge come discriminante, oltre a sentenziare che le pene inflitte agli attivisti violano gli articoli 10 (libertà d’espressione) e 14 (proibizione della discriminazione) della Convenzione europea dei diritti umani.
A Mosca è stata inoltre ordinato di pagare i danni ai tre attivisti con risarcimenti tra 8 e 20 mila euro. La motivazione della sentenza della Corte di Strasburgo è che la legge che vieta di parlare di omosessualità e tematiche ad essa legata di fronte ai minori di 18 anni ‘rafforza lo stigma e il pregiudizio ed incoraggia l’omofobia ed è incompatibile con i valori di una società democratica’.
Il ministero della Giustizia russa ha già annunciato che ricorrerà in appello e secondo il capo della commissione Affari Esteri della Duma Leonid Slutzky, Mosca è ‘contraria all’imposizione di valori familiari alieni e non permetterà che le menti dei giovani vengano corrotte’.
L’omosessualità in Russia non prevede più pene dal 1993 ma il pregiudizio contro le persone gay è ancora elevato. La legge attuale varata nel 2013 da Putin, arriva a dare multe da 5mila rubli (circa 80 euro) fino a 10 volte tanto per chi “promuove comportamenti omosessuali tra minori”. Inoltre, se la propaganda avviene sul web, le aziende potrebbero essere chiuse per 90 giorni, e gli stranieri colpevoli potrebbero essere detenuti per 15 giorni ed espulsi.