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Grecia, i giudici liberano dopo due mesi l’assassino dell’attivista Lgbt+

Era stato condannato appena lo scorso maggio a 10 anni di carcere per aver picchiato a morte Zak Kostopoulos, attivista Lgbt+.  Ma ora, dopo appena due mesi, l’agente immobiliare Thanassis Hortarias è stato rilasciato sulla parola. I suoi avvocati hanno ottenuto la sospensione della pena.  Zackie Oh, così lo chiamavano gli amici, aveva 33 anni quando il 21 settembre del 2018 era stato pestato selvaggiamente in una gioielleria del centro di Atene. Durante il processo era stato dipinto prima come un tossicodipendente sieropositivo che stava tentando di rapinare la gioielleria. Una descrizione smentita dai filmati delle telecamere che hanno raccontato una storia diversa. Due uomini aggrediscono il giovane e lo lasciano esangue per terra. Poi chiamano dei poliziotti, che quando arrivano, nonostante l’attivista non opponesse alcuna resistenza e si trovasse a terra, lo bloccano in modo violento peggiorando la situazione. Il pestaggio, il ritardo nel contattare i soccorsi, portarono alla morte il ragazzo. 

I giudici scagionarono però gli agenti coinvolti nella vicenda. Mentre i due uomini autori dell’aggressione, il proprietario del negozio Spyros Dimopoulos e Hortarias, erano stati condannati. Ma al primo, 77 anni, erano stati concessi i domiciliari, per via dell’età. Hortarias dovrà invece farsi vedere in una stazione di polizia locale una volta al mese e non potrà lasciare il Paese. La madre di Kostopoulos ha scritto una lettera al The Guardian e all’Huffington Post, nonché al Parlamento europeo, chiedendo giustizia per suo figlio, brutalmente assassinato. Nessuno pagherà per l’omicidio dell’attivista gay. Secondo l’avvocatessa Anny Paparousou, che rappresenta la famiglia di Kostopoulos, aveva dichiarato: È difficile non concludere che si sia trattato di un crimine d’odio”. E riguardo alla mancata condanna della polizia aveva spiegato al Guardian che la decisione del giudice “segue la tradizione della violenza della polizia che non viene mai punita nemmeno dai nostri tribunali”. Ora la madre di Kostopoulos ha scritto una lettera a The Guardian e all’Huffington Post, nonché al Parlamento europeo, chiedendo giustizia per suo figlio.