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Assistente vocale genderless, nasce Q

Dopo Siri, Alexa e Cortana, voci femminili di Apple, Google e Microsoft, arriva Q, l’assistente personale virtuale dall’intonazione neutra.

Assistente vocale genderless: la rivolta neutrale

Fino ad oggi le voci degli assistenti virtuali sono sempre state femminili. Navigando tra le varie opzioni, ovviamente, c’è sempre la possibilità di convertirla in voce maschile, ma non si tratta mai della possibilità primaria. L’assistente vocale genderless Q nasce dall’esigenza di dare nuova dignità alle donne in questo ambito e di rappresentare chi non si sente di appartenere ad un genere definito, uomo o donna. Il nome Q, assegnato alla voce neutrale, fa riferimento all’ultima lettera della sigla LGBTQ, utilizzata per abbracciare tutte le sfaccettature del mondo arcobaleno. La Q appunto sta per Queer, e definisce tutte quelle persone che percepiscono sé stesse come non incasellabile in un unico genere oppure in uno tra quelli socialmente stabiliti.

L’iniziativa nasce dall’azione di un gruppo di ricercatori guidati dall’organizzazione EqualAI, dal Copenhagen Pride e dall’agenzia creativa Virtue.

Assistente vocale genderless: il raggiungimento del tono neutrale

Per riuscire a raggiungere un risultato di tipo neutro, i ricercatori hanno registrato le voci di 4.600 partecipanti da tutta Europa. Condizione per prendere parte al progetto era quella di non identificarsi come binari in termine di genere o comunque non esclusivamente parte di uno dei due generi relativi al sesso di nascita.

Dopo numerosi tentativi, gli studiosi hanno individuato un range vocale tra i 145 e i 175 hertz, che esprime proprio il tono neutrale.

Il motivo scatenante per la creazione di Q da parte dei ricercatori era quello di cancellare lo stereotipo che vuole la donna come succube rispetto all’uomo. Secondo i promotori della voce neutra, un’intonazione femminile non fa altro che rafforzare l’idea che vuole la donna relegata in un ruolo servile. Inoltre, portare avanti questa tendenza aiuta a protrarre il preconcetto secondo cui le donne sono adatte soprattutto alle mansioni di tipo assistenziale.

Ovviamente poi, il lancio di Q è utile per abbattere il preconcetto del genere come esclusivamente doppio. Thomas Rasmussen, responsabile comunicazione del Copenhagen Pride, ha affermato:

“Il nostro obiettivo è quello di attirare l’attenzione delle principali aziende tecnologiche che lavorano con l’IA per assicurarsi che siano consapevoli che la regolamentazione binaria di genere esclude molte persone e le ispira mostrando quanto sia facile riconoscere che ci sono più di due generi”.

Tra le aziende più attive nel mondo digital si segnala anche la presenza di lasit.it