Bambina nata in Italia non viene trascritta dall’Anagrafe del Comune di Roma perché figlia di una coppia di lesbiche: è polemica contro il Sindaco Virginia Raggi. Il Comune romano torna a fare parlare di sé per la ferma decisione di non iscrivere l’atto di nascita di una bambina con due mamme. Scopriamo in questa guida i dettagli della vicenda e le dure reazioni contro la Sindaca romana.
Comune di Roma: rifiutata l’iscrizione all’Anagrafe di una bimba figlia di lesbiche
Una scelta ferma e serrata quella del Comune di Roma che ha rifiutato l’iscrizione all’Anagrafe della bambina nata in Italia, figlia di una coppia di lesbiche. In controtendenza rispetto a quanto già avvenuto negli altri Comuni della Penisola italiana, i Sindaci sono intervenuti solidalmente per ricordare a Virginia Raggi come si debbano tutelare i diritti dei bambini, anche se figli di omosessuali.
La vicenda ha visto coinvolte due donne che, lo scorso 28 maggio, si sono recate all’Ufficio Anagrafe del Comune romano per procedere con l’iscrizione della bambina, ricevendo poche ore dopo “un certificato con il solo nome della madre biologica, accompagnato dalla falsa dichiarazione che la bimba sarebbe stata concepita con un uomo con cui non ci sono legami o vincoli di parentela”.
Polemiche contro la Raggi: l’intervento del Portavoce del Gay Pride capitolino
Durissima la reazione di Famiglie Arcobaleno, l’associazione a sostegno delle famiglie omosessuali, che ha denunciato la decisione presa dalla Sindaca: la Raggi è “rimasta sorda alle istanze delle famiglie omogenitoriali“.
“Adesso è giunto il momento che la sindaca Virginia Raggi e la sua giunta prendano una posizione netta come hanno già fatto Sala a Milano, Appendino a Torino, Orlando a Palermo e tutti gli altri sindaci illuminati che hanno a cuore il benessere di tutti i bambini” ha commentato duramente Sebastiano Secci, Presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride.
“Quei certificati di nascita vanno trascritti subito perché ogni minuto di inerzia comporta un’inaccettabile violazione di diritti umani fondamentali”. Il Gay Pride che si è svolto lo scorso 9 giugno è stata l’occasione per ribadire che nella Metropoli capitolina non c’è spazio per alcuna forma di discriminazione sessuale. “Ne va della dignità e dei diritti di tutti i cittadini e su questo non possiamo accettare compromessi”, aggiunge Secci.
Tutta la comunità LGBT romana e la comunità cittadina si attende che la Giunta e, soprattutto, la sindaca Raggi si attivi nel fornire indicazioni ad hoc agli uffici dell’Anagrafe per procedere alle iscrizioni degli atti di nascita dei figli di coppie di genitori omosessuali.