‘Soluzioni particolari’ per benedire gli omosessuali
A farsi portavoce di questa idea di apertura della chiesa agli omosessuali sono stati Monsignor Bode, vescovo di Osnabrück, il cardinale Reinhard Marx, capo della Chiesa teutonica e Monsignor Dieter Geerlings, vescovo di Münster.
I tre avevano proposto la possibilità di riti appositi o comunque ‘soluzioni particolari’ per consentire anche alle coppie omosessuali di godere della benedizione. Bode e Marx vedono il cambiamento sociale e prendono atto della presenza di questa tipologia di coppie, che non devono venire escluse dalla vita cattolica e, se non è possibile dedicarli una messa, almeno concedere loro la benedizione della loro vita insieme. Certo non è possibile trovare una soluzione generale, ma è comunque auspicabile dare ai singoli sacerdoti la facoltà di discernere caso per caso, così come previsto da Amoris Laetitia di Papa Francesco nel caso dei divorziati risposati.
Mons. Geerlings aveva affermato: “Non sono per il matrimonio per tutti, ma se due omosessuali danno vita a una relazione omosessuale, se vogliono prendersi cura l’uno dell’altro, allora io posso benedire questa mutua responsabilità. E’ una relazione preziosa e lodevole, anche se non in completo accordo con la chiesa.”
L’arcivescovo di Philadelphia tuona: ‘Atto moralmente proibito’
L’apertura di questa parte progressista del cattolicesimo si è trovata ben presto la porta chiusa in faccia dall’ala più tradizionalista e conservatrice, critica e diffidente. L’arcivescovo di Philadelphia, Charles Chaput, ha scritto su un periodico cattolico che: “Qualsiasi cosiddetto rito di benedizione sarebbe parte di un atto moralmente proibito”. L’arcivescovo, con il suo largo seguito, si è detto sconvolto da tale apertura dottrinale dei tedeschi ed è convinto che la conseguenza sarebbe disastrosa: “confonderebbe e indurrebbe in errore i fedeli, oltre a ferire l’unità della chiesa. La natura della famiglia e del matrimonio cattolico ne sarebbe minata perché benedicendo le persone omosessuali nella loro particolare forma di vita le si incoraggia in modo efficace a rimanere in quello ‘stato’.”
“In tutta la storia cristiana si applica un detto semplice e saggio, lex orandi, lex credendi. Stabilire un nuovo rito insegnerebbe e farebbe avanzare una nuova dottrina con il suo effetto vissuto, cioè la pratica” ha concluso Chaput.
Charles Chaput, il volto ultraconservatore della Chiesa
L’arcivescovo americano, originario del Canada, ha letteralmente sbarrato la strada a questa ventata di novità proposta dai vescovi tedeschi. Una celebrazione finalizzata a benedire le coppie omosessuali sarebbe inammissibile. Chaput è stato ordinato vescovo da Giovanni Paolo II nel 1988 ed ha sempre mostrato la sua estrema chiusura alle idee di innovazione nell’ambito ecclesiastico. Si era detto contrario all’esortazione apostolica di Papa Francesco nel capitolo Ottavo di Amoris Laetitia sul tema dei divorziati: “Come può essere vero che le persone possano ricevere la comunione quando stanno vivendo in un’unione adulterina? Come è possibile, se la Chiesa dice che non è possibile?”
Per l’arcivescovo un secondo matrimonio sarebbe equiparabile all’adulterio, figuriamoci dare la benedizione ad una coppia di omosessuali.