In Cina la Comunità LGBT vince contro la censura: dopo aver annunciato il 13 aprile scorso la decisione di rimuovere i contenuti omosessuali e i video pornografici, il potente Social Network Weibo è stato costretto a fare marcia indietro grazie ad una massiccia protesta portata avanti dalla comunità di omosessuali e lesbiche.
Weibo: operazione di “pulizia” contenuti omosessuali
Il 13 aprile la Piattaforma social Sina Weibo ha annunciato la decisione di rimuovere i contenuti “con implicazioni pornografiche, che promuovono la violenza o correlati all’omosessualità”, in linea con le recenti direttive emanate dal governo cinese contro la pornografia.
#Sonogay e #Sono illegale sono gli hashtag che la “Twitter cinese” Weibo è stata obbligata a rimuovere a seguito dell’entrata in vigore della legge cinese del 2017, avente come finalità quella di accrescere la cybersecurity.
Con comunicato ufficiale, Weibo ha reso note le nuove guidelines da applicare per “ripulire” la popolare piattaforma virtuale dai cartoni animati, dalle immagini, dai contenuti omosessuali e dai video pornografici.
Come annunciato da Sina Weibo, alle ore 19:00 del 13 aprile aveva “rimosso ben 56.243 post irregolari e oscurato 108 account e 62 topic” e, nel mese precedente, aveva cancellato più di 1.3 milioni di post, oltre ad aver bloccato definitivamente circa 85 mila account considerati irregolari e non conformi ai “dictat” legislativi impartiti dal governo cinese.
Dinnanzi a questa operazione di “pulizia” non sono mancati commenti di questo tipo: “È incredibile che la Cina progredisca economicamente e militarmente, ma che ritorni al feudalesimo in termini di idee”, ha scritto un utente Weibo. Già lo scorso anno le autorità cinesi avevano annunciato le necessarie restrizioni e censure su contenuti aventi ad oggetto discussioni inerenti l’omosessualità.
Comunità LGBT cinese: storica vittoria sulla censura
Dinanzi a questa operazione di “pulizia” dei contenuti omosessuali dalla piattaforma Weibo, la combattiva comunità LGBT cinese ha costretto la società ad un dietrofront: con hashtag come #SonoGay e #SonoIllegale, decine di migliaia di cittadini cinesi hanno protestato contro la decisione annunciata dal social.
In meno di un giorno questi hashtag sono “ricomparsi” e, nel pomeriggio del 16 aprile, Weibo è stato ufficialmente costretto a fare marcia indietro con un messaggio condiviso oltre 33 mila volte in meno di tre ore. Si tratta di una storica vittoria del mondo LGBT cinese sulla censura, anche se rimane ancora da chiarire il ruolo che ha avuto il governo sulla decisione di equiparare l’omosessualità alla pornografia.
L’intervento della sociologa Li Yinhe
“L’amore per lo stesso sesso è sbagliato?” è il titolo dell’articolo apparso sull’altro popolare social network cinese Weixin. “Può darsi che ci sia un conflitto con i concetti morali tradizionali cinesi, tuttavia, dal punto di vista della natura umana, non c’è nulla da biasimare” scrive l’articolo e riporta, al contempo, l’intervento della famosa sociologa Li Yinhe.
La sociologa, in poche parole, esprime tutta l’ingiustizia che “colpisce” l’amore omosessuale: “Finché è amore, non è sbagliato. Non c’è nessun oggetto d’amore sbagliato nel mondo, nessun amore è sbagliato. L’amore stesso è una ragione sufficiente e una solida evidenza per la sua esistenza. Dire che l’amore è sbagliato è un paradosso”.