Nel mondo islamico che emargina o addirittura condanna a morte gli omosessuali, il Pakistan rappresenta una realtà diversa in cui la comunità transgender è riconosciuta e gode di diritti civili.
Dopo la bellissima iniziativa di Shams Rad, ecco un’altra bella notizia proveniente dal mondo arabo.
Nel Paese islamico che apparentemente protegge la comunità LGBT
Il parlamento di Islamabad ha recentemente promosso un disegno di legge che riconosce pieni diritti ai transgender e condanna con sanzioni, atti di violenza e discriminazione nei loro confronti. Nel 2009 la corte suprema di Islamabad ha riconosciuto il cosiddetto ‘terzo genere’ e ne ha garantito il diritto di voto.
Un’ attenzione particolare per la comunità LGBT che sembra andare in netta controtendenza con la maggior parte dei paesi musulmani. In realtà l’apertura politica fa da “specchietto per le allodole” a ciò che succede davvero: persecuzioni e omicidi perpetrati dalla società civile nei confronti degli omosessuali.
Le comunità che difendono gli omosessuali
Esistono due comunità omosessuali nel Paese, quella di Lahore e quella di Karachi. In queste comunità i gay si sentono protetti e la maggior parte di loro vive proprio nelle comuni (la comunità LGBT conta dalle 350 alle 500 mila persone).
Ogni comunità ha a capo un guru, un trans ‘anziano’, che è il riferimento del gruppo e che insegna ai più giovani la danza e il galateo delle celebrazioni e delle cerimonie. Le comunità, oltre ad aspetti ricreativi e di condivisione, danno soprattutto una garanzia di protezione e sicurezza ai membri, che nella società si sentono ancora discriminati. Ad Islamabad gli episodi di violenza sono all’ ordine del giorno, gli omosessuali e i transgender sono perseguitati da gruppi estremisti che vogliono eliminarli fisicamente, oltre ad essere emarginati dai pregiudizi connaturati in gran parte dell’opinione pubblica.
Alla ricerca dei diritti civili
Per far sì che la violenza si plachi, in Pakistan si sta formando un movimento di attivisti e studenti transgender che cercano di supportare la loro comunità per far si che gli omosessuali e i transgender abbiano il coraggio di uscire allo scoperto, combattendo per i propri diritti, in modo da non essere più emarginati. In prima fila in questa lotta c’è l’ong Khawaja Sira Society che si sta battendo per i diritti di genere e che da assistenza medica e culturale ai ‘lady boy’.
L’importanza di fare test Hiv gratuiti è di enorme importanza in quanto questa malattia è una delle problematiche principali che affligge la comunità transgender: il 6.8% dei 22 mila trans di Lahore sono sieropositivi.
“Oggi un’ampia fetta della popolazione transgender pakistana per vivere non ha altre possibilità che prostituirsi o fare dell’intrattenimento alle feste. Se queste sono le sole opzioni che si hanno, allora vuol dire che la comunità transessuale è discriminata” afferma la direttrice dell’omg Moon Ali.
Secondo la giovane direttrice i trans non devono chiudersi in comunità che insegnano solo la danza per poi diventare oggetti di intrattenimento a feste e banchetti. La comunità LGBT deve cambiare dall’interno, ambire a lavori di prestigio e tagliare con i retaggi di un passato anacronistico.
E’, perciò, necessaria una rivoluzione dal basso che faccia prendere coscienza a tutta la comunità LGBT Pakistana di chi è all’interno della comunità. “Siamo transgender, esseri umani come tutti: con gli stessi diritti, sentimenti e ambizioni di qualsiasi uomo o donna di questo mondo e di questo Paese” sono le parole-appello di Moon Ali.