Sull’aereo di ritorno dall’Incontro Mondiale delle Famiglie, il Pontefice ha fatto un discorso in cui ha parlato dei figli omosessuali
Papa Francesco al rientro dall’Irlanda
Il Pontefice ha trascorso due giorni a Dublino, in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie.
Molte sono le tematiche affrontate dal pontefice durante questo week-end. Dalla pedofilia nel clero, a seguito dello scandalo che ha travolto la Chiesa e da cui l’Irlanda è stata enormemente colpita, all’omosessualità. A porgli i primi quesiti, è stato, al suo arrivo, il Premier Irlandese, Leo Varadkar, dichiaratamente gay. Il Primo Ministro ha rivolto a Papa Bergoglio parole ferme in merito agli argomenti sopracitati, chiedendo maggior apertura e impegno da parte della Chiesa in merito.
Si è trattato di un viaggio molto impegnativo quello del Sommo Padre, in una terra sempre meno cattolica, che sta attraversando grandi cambiamenti culturali e in cui il Papa non si recava da 39 anni.
Il discorso di Papa Francesco sui figli omosessuali
Sul volo di rientro a Roma, il Pontefice ha pronunciato un discorso parlando ancora della famiglia. E ha colto l’occasione per rivolgersi anche ai genitori di figli omosessuali. Se in un primo momento ha dimostrato un atteggiamento di emancipazione in questo senso, una frase in particolare ha suscitato le reazioni delle associazioni gay.
Papa Francesco ha dapprima incitato alla tolleranza e ha sottolineato il valore del dialogo:
“Cosa direi a un papà che mi chiedesse cosa fare con il figlio o la figlia che si dichiara omosessuale? Prima di pregare, poi di non condannare, di dialogare, di capire e fare spazio al figlio e alla figlia perché si esprima”
Successivamente ha però ricordato l’importanza dell’età nella quale questa “inquietudine” si manifesta:
“Una cosa è quando si manifesta da bambino che ci sono tante cose da fare con la psichiatria, per vedere come sono le cose. Un’altra cosa è quando si manifesta dopo 20 anni o cose del genere”
Un concetto questo che ha ovviamente sollevato polemiche nel mondo LGBT.
Bergoglio ha concluso dicendo:
“Ma io mai dirò che il silenzio è un rimedio. Ignorare un figlio o una figlia con tendenza omosessuale è mancanza di paternità o maternità. Tu sei mio figlio. Tu sei mia figlia, come sei. Io sono tua padre e tua madre: Parliamo.”
E indirizzandosi ai genitori in difficoltà nella gestione del rapporto con un figlio gay, ha aggiunto:
“Se voi, padre o madre, non ve la cavate chiedete aiuto. Ma sempre nel dialogo, sempre nel dialogo. Perché quel figlio e quella figlia hanno diritto a una famiglia. Non cacciarlo via dalla famiglia. Questa è una sfida seria ma che fa la paternità e della maternità”.