Domenica 29 luglio è andata in scena, per le strade della città romagnola, la parata per celebrare l’orgoglio LGBT. Prima della festa però, 250 persone si sono riunite in preghiera per porre rimedio ad un “atto contro natura”.
Rimini Summer Pride 2018: in 250 in preghiera
In occasione della giornata del Summer Gay Pride di Rimini, un evento parallelo ha attraversato le strade della cittadina marittima. La manifestazione, organizzata per celebrare l’orgoglio omosessuale e rivendicare i diritti della comunità LGBT, è stata anticipata da una preghiera riparatrice. Il comitato cattolico tradizionalista Beata Giovanna Scopelli di Reggio Emilia ha indetto, nella stessa giornata, una processione di riparazione pubblica. 250 cattolici della Chiesa di San Gaudenzo, in piazza Mazzini, hanno sfiato nel centro della città, fino alla Chiesa del Suffragio in piazza Ferrari. Prima di camminare per le vie, recitando versi sacri, i partecipanti, circondati dalle forze dell’ordine, si sono raccolti in preghiera. Non solo però i parrocchiani della chiesa dedicata al Santo Patrono di Rimini, ma anche fedeli provenienti da tutta l’Emilia Romagna hanno preso parte a questo evento.
Famiglie con bambini e passeggini tra i presenti, con indosso magliette con la scritta
Instaurare Omnia in Christo (rinnovare tutte le cose in Cristo), che era il motto di Papa Pio X. Insieme a questi cristiani, anche alcuni esponenti di. Forza Nuova, abbigliati con t-shirt nera con lo slogan Identità Tradizione.
A guidare il corteo, tre sacerdoti: due provenienti dalla Fraternità sacerdotale San Pio X (da qui la scritta sulle maglie), realtà apostolica tradizionalista cattolica, che fu fondata dall’arcivescovo Marcel Francois Lefebvre, e un parroco modenese, don Giorgio Bellei.
Quest’ultimo ha affermato che:
“L’obiettivo del Comitato non è protestare politicamente contro le cosiddette unioni civili, che in ogni caso sono da condannare fermamente, quanto porre rimedio all’atto contro natura”.
Come preannunciato, assente a questa sfilata omofobica è stato il Vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi. Questi, infatti, aveva criticato duramente la processione, affermando come una tale iniziativa “allontani gli omosessuali cristiani dalla Chiesa”.