Era stata emanata in epoca coloniale ed era ancora vigente. Ma ora il primo ministro di Singapore, Lee Hsien Loong, ha annunciato che abrogherà la legge che considera reato i rapporti tra persone dello stesso sesso e che prevede fino a due anni di reclusione. Piccoli passi in avanti, anche se la strada dei diritti è ancora lunga. Il premier ha affermato per esempio che il governo continuerà a sostenere il matrimonio tra uomo e donna.
Secondo il primo ministro la popolazione di Singapore oggi è pronta ad accettare il cambiamento. “Credo che questa sia la cosa giusta da fare”, ha detto nel suo discorso. Nel 2007, le istituzioni avevano deciso di mantenere ancora in vigore la legge. Ma ora la mentalità si è “evoluta”. La norma nei fatti era comunque già caduta in disuso e non applicata, anche se la sua stessa esistenza rappresentava una privazione dei diritti.
Ancora oggi in circa 70 paesi del mondo l’omosessualità è considerata un reato. In cinque Stati dell’Africa e dell’Asia (Mauritania, Sudan, Iran, Yemen e Arabia Saudita), è prevista persino l’esecuzione capitale. Secondo alcune statistiche dell’associazione internazionale gay e lesbiche (Ilga), gli atti illegali di omosessualità sono puniti in 10 Stati e prevedono una reclusione che può andare da un minimo di 14 anni fino all’ergastolo. In altri 55 paesi del mondo, fra cui 27 presenti in Africa, le persone gay possono essere condannate a pene fino a un massimo di 14 anni di carcere. Ci sono poi altri 55 Paesi, di cui 27 in Africa, in cui gli omosessuali possono essere condannati a pene detentive inferiori a 14 anni.